Come evitare che opere artistiche diventino merce trafugata
Il ritrovamento alcuni mesi fa in un appartamento di Monaco di Baviera di un’ingente quantità di opere d’arte (circa 1500, in gran parte quadri di artisti del ‘900) tenuta segreta da un collezionista che le aveva ereditate dall’epoca del nazismo, ha riportato alla ribalta un capitolo doloroso della Seconda guerra mondiale e in generale di tutte le guerre.
La sottrazione, la requisizione, la spoliazione di opere d’arte e del patrimonio culturale non riguarda purtroppo soltanto i periodi bellici (quello del secondo conflitto mondiale in particolare evocato dal recente film The Monuments Men), ma anche e sempre più i periodi di pace e di… crisi economica. L’arte, intesa nel senso materiale di oggetti di grande valore economico smerciabili sul mercato, è sempre più apprezzata da investitori e commercianti che spesso non si preoccupano della provenienza lecita o illecita dell’oggetto acquistato o venduto.
La Svizzera che è uno dei principali mercati (spesso sotterranei) di questo traffico, da qualche anno si è dotata di una legge federale che recepisce i cardini della Convezione UNESCO sui beni culturali del 1970. Tra tante incertezze e tanta voracità, ci sono i musei chiamati a vigilare sulla provenienza delle loro opere. Soprattutto quando si tratta di oggetti la cui provenienza potrebbe essere dubbia.
Ospiti:
Francesca Gemnetti, già presidente della Commissione nazionale svizzera per l’Unesco Gianna Mina, direttrice del Museo Vela di Ligornetto, presidente dell’Associazione dei musei svizzeri Andrea Raschèr, specialista in diritto dell'arte e padre della Legge Federale sul Trasferimento dei Beni Culturali (già esperto giurista dell’Ufficio Federale della Cultura) Francesco Bandarin, assistente direttore generale per la cultura dell’UNESCO.
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