I marmi del Partenone sono una raccolta di sculture greche di età classica in marmo che in origine facevano parte del Partenone e di altri edifici collocati sull'Acropoli di Atene. Nel 1801, il conte di Elgin le portò a Londra. Molto probabilmente i marmi sono stati portati in Inghilterra illegalmente.
Ma il più grande problema è, che si tratta di un monumento che è stato spezzato in due. Una parte fu portata a Londra – l’altra è rimasta ad Atene. Non solo credo che i marmi appartengano alla Grecia, ma queste sculture finemente scolpite sarebbero ancora più sorprendenti da vedere se viste riunite come un'unica opera artistica nel Museo dell'Acropoli. I marmi che ornavano il Partenone sono da considerarsi come un'unica opera d’arte; quindi, non avrebbe senso che i frammenti di quest'opera siano sparsi in luoghi diversi. Sarebbe come rimuovere la metà del Colosseo e portarlo a Londra.
Penso che questo confronto parli dell’importanza culturale delle sculture del Partenone, che sono un simbolo indelebilmente evocativo del patrimonio e dell’identità greca. Con la riunificazione delle sculture del Partenone non si verrebbe a costituire un precedente per altre richieste di restituzione dal momento che il Partenone ha un «valore universale» caratteristico, che lo distingue da altri monumenti. D’altronde i marmi del Partenone sono gli unici che la Grecia reclama.
Esistono dei precedenti di restituzione, come il ritorno di alcuni frammenti dal Museo archeologico di Palermo e dai Musei Vaticani. Un'attenta custodia dei marmi potrebbe essere assicurata dal nuovo Museo dell'Acropoli. Questo Museo è stato costruito per esporle nella stessa posizione in cui si trovavano sul Partenone. Il dibattito intorno alle sculture del Partenone riguarda la riunificazione di una magnifica opera d’arte, non la restituzione. Per questo le sculture del Partenone devono essere riunite – permanentemente – ad Atene.
Sarebbe magnifico vedere tutte le sculture del Partenone nella luce blu della Grecia dove furono create e dove appartengono.